sabato 2 febbraio 2013

Sanità: qualità, NON quantità



La cosiddetta “eccellenza” della sanità lombarda verso chi è stata misurata?
Secondo standard internazionali, gli anziani con femore rotto devono essere operati entro due giorni. Per AGENAS, agenzia nazionale per i servizi sanitari, nel migliore ospedale milanese gli operati entro due giorni sono il 47% casi, rispetto ad una media nazionale del 32%.

Però a Bolzano il dato sale all’85% dei casi.  Stessa percentuale si ritrova nel Servizio Sanitario Nazionale Scozzese. Due volte meglio rispetto al miglior ospedale milanese. Dodici volte meglio rispetto al peggiore.
E’ ammirevole lo sforzo quotidiano di tutti gli operatori ospedalieri, in particolare nel pubblico, a fronte di continui tagli alla spesa e attacchi spesso infondati sulla malasanità.

Tuttavia la giusta difesa della professionalità e della storia degli ospedali lombardi è diventata l’alibi di un’Amministrazione che parla di “eccellenza” ma si confronta con le Regioni peggiori ed utilizza l’argomento per non attivarsi contro quelle inerzie che impediscono migliori prestazioni e migliori tempistiche, tornando all’esempio sopra descritto.
Viceversa ci si dovrebbe confrontare con chi ha ridotto i ricoveri per infarto grave (STEMI) del 50% o con quelle Regioni che hanno tassi di ospedalizzazione per diabete di 2-3 volte inferiori rispetto alla Lombardia.

Anche perché ridurre le ospedalizzazioni ed i loro tempi è un modo molto “sano” e molto intelligente per abbattere la spesa pubblica del settore e mantenerne la sostenibilità nel tempo.
Sembra che nessuno in Regione si sia mai attivato anche di fronte all’evidenza di un dato statistico non proprio di “eccellenza” rilevato dall’AGENAS  in un certo ospedale o in una certa ASL (sul sito AGENAS sono riportati i dati di qualità di ASL e ospedali degli ultimi 4 anni[1]).

Oggi un riequilibrio delle reti assistenziali è prioritario. Ma in assenza di strumenti atti a rimuovere l’inerzia di chi gestisce strutture e territorio ogni Delibera abortirebbe nella mancata implementazione.
Questa inerzia è difficilmente  perseguibile con gli strumenti offerti dal Codice Penale, dalla Class Action e dal D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità  degli Amministratori ( che non si applica a partiti, sindacati ed amministrazioni territoriali compresi gli ospedali pubblici).

E’ quindi necessario introdurre, a livello regionale, meccanismi premiali e sanzionatori per sollecitare gli Amministratori ad un attento monitoraggio per ridurre le inefficienze dei servizi e allineare le prestazioni  ai migliori risultati  che le statistiche danno come risultati possibili.
È necessario intervenire sul Servizio Sanitario Regionale secondo criteri inspirati alle migliori pratiche con:
·         più prevenzione: primaria (non far ammalare) e secondaria (non far finire in ospedale chi si è già ammalato)
·         più medici di famiglia associati che lavorano in team con altri operatori socio-sanitari (Case Mediche e Case della Salute)
·         più informatica “intelligente” (Health Information Technology): secondo molti esperti la sanità migliorerà di più con più ingegneri ed informatici rispetto a più medici ed infermieri

Tuttavia servono subito provvedimenti che incentivino Amministratori pubblici e privati a responsabilizzarsi rispetto alla qualità della salute generata dalle strutture che gestiscono attraverso:
·         riduzione dei DRG (le tariffe pagate dalle ASL agli ospedali per ogni ricovero) agli ospedali che si discostino in modo significativo non dalla media ma dagli ospedali migliori (es.: Bolzano per le fratture operate entro 2 giorni);
·         riduzione dei DRG a quegli ospedali che entro 3 mesi dalla diffusione dei dati di AGENAS non attivino progetti per migliorare la qualità nelle aree carenti e riduzione dei DRG a quegli ospedali che entro 9 mesi non rendano operative le correzioni identificate
·         subordinare gli incentivi dei Direttori Generali delle ASL all’attivazione entro 9 mesi dalla diffusione dei dati AGENAS di programmi atti a superare le criticità relative alla medicina territoriale

Questa non è fantascienza: dal 1 ottobre 2012 negli Stati Uniti è attivo un sistema analogo di riduzione dei DRG.
Una delibera simile è stata adottata dalla Regione Lazio nel 2009. La differenza? Negli USA il provvedimento era stato preannunciato un anno prima della sua adozione e gli  ospedali si sono messi in moto per tempo. Nella Regione Lazio la delibera non è stata  preannunciata, non è stata  pubblicizzata e non sono state  fatte verifiche. Indovinate: la percentuale di vecchiette con il femore rotto e operate entro 2 giorni è aumentata? Nel 2012 AGENAS ha detto: no, più o meno è la stessa di 3 anni prima.

La proposta è quindi che Regione Lombardia, per riequilibrare la sanità verso la qualità e non la quantità delle prestazioni (il sistema che crea le “Santa Rita”) e verso più assistenza territoriale anziché più ospedali, si doti di strumenti premiali che, incentivando i comportamenti desiderati, accelerino il raggiungimento degli obiettivi. Una bella differenza dall’approccio, tutto italiano, dell’intervento a posteriori attraverso la magistratura. Quando i buoi sono scappati. Ed i pazienti sono o deceduti o più gravi

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